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Donkey Kong Country Returns - recensione


Categoria: Recensioni > Nintendo Wii

"Donkey Kong Country Returns", Nintendo Wii
Retro Studios, Nintendo. 2010

Cosa succede quando una serie storica di Nintendo viene data in gestione allo sviluppatore americano Retro Studios? Meraviglie, ovviamente! Basta pensare alla trilogia di Metroid Prime… Una volta al posto di Retro Studios, nell’olimpo dei team esterni privilegiati c’era la mitica Rare, al secolo Rareware, la brillante software house britannica che diede i natali proprio alla serie di Donkey Kong Country su Super Nintendo. Ora che la Rare è affare di Microsoft e relegata allo sviluppo di giochini interattivi per kinect (come cambiano i tempi…!), e dopo il successo che ha riportato prepotentemente alla ribalta la serie di Metroid, Nintendo affida a Retro Studios lo sviluppo di un nuovo Donkey Kong Country, sulla falsariga degli episodi storici. E il colpo va decisamente a segno.

LA TRAMA

I "terribili" Tiki Tak

Questa volta non ci sono Kremlings a disturbare la quiete sull’isola Kong, ma i Tiki: strane creature di legno somiglianti a strumenti musicali che ipnotizzano gli animali dell’isola e li inducono a rubare tutte le banane dal deposito della famiglia Kong. Donkey, che è troppo intelligente (o troppo tonto?) perché l’ipnosi abbia effetto, è così costretto a lasciare la sua capanna sull’albero per andarsi a recuperare il maltolto.
Già dalla premessa narrativa si intuisce la volontà di tornare alle radici della serie; un pretesto semplice, ironico e sopra le righe che fa da preludio ad un platform vecchia maniera e dai toni stralunati.

COME SI GIOCA 

Astenersi perditempo 

L’azione è quella più classica dei vecchi giochi di piattaforme in 2D; i livelli si esplorano orizzontalmente o verticalmente e sono pieni di nemici su cui saltare, ostacoli da evitare, trappole, oggetti da raccogliere. Donkey, a dispetto della sua stazza imponente, si rivela un agilissimo saltatore, per fortuna. Diddy Kong ritorna a fare da spalla a Donkey, in senso letterale: quando si trova un barile che lo contiene, Diddy si aggrappa alla schiena di Donkey regalandogli qualche gradito bonus (un salto prolungato grazie a un piccolo jetpack, una rotolata perpetua, e due bei cuoricini di vita in più). Se si è in due, un secondo giocatore può prendere il controllo diretto su Diddy, che potrà aggrapparsi a Donkey come già citato oppure muoversi liberamente per conto proprio. Il controlli sono fluidi e reattivi: anche se aver relegato la celebre rotolata di Donkey a una scrollatina del controller non è stata un’idea molto sobria, il sistema di controllo si dimostra comunque perfettamente funzionale alla precisione richiesta dal level design.   

Una sezione a bordo del Razzo-Barile
Il concept semplicissimo del classico gioco di piattaforme è accompagnato da richiami al passato e novità di design fresche e innovative. La varietà delle idee del gameplay lascia davvero sbalorditi. A fianco delle classiche – e difficilissime – corse sui carrelli delle miniere, troviamo spiagge battute ritmicamente da tsunami (che costringono ad avanzare con cautela e ripararsi dietro gli scogli), sezioni di volo a bordo di improbabili barili a propulsione, cannoni che ci sparano sullo sfondo del livello…e poi navi, templi, fabbriche fumose, e chi più ne ha più ne metta. Stranamente, non sono presenti livelli subacquei, tanto in voga nei vecchi DKC. Ma non se ne sente la mancanza, davvero.

La precisione richiesta nell’affrontare alcune sezioni di salti è a dir poco chirurgica. Volendo, il gioco si porta a termine ad un livello di difficoltà medio, avendo la possibiltà di saltare alcuni dei livelli più ostici grazie ai bivi che compaiono sulla mappa. E poi c’è la Super Guida, che, proprio come in Mario Galaxy 2, inserisce il “pilota automatico” e porta a termine il livello (senza raccogliere gli oggetti collezionabili, però). Ma non lasciatevi ingannare; a meno che non siate particolarmente rinunciatari, vorrete sempre completare tutti i livelli e collezionare tutto quello che gli sviluppatori ci hanno nascosto - diabolicamente - dentro, e questo richiede una tecnica finissima e tanta, tanta pazienza. A invogliare ulteriormente l’esplorazione ci sono gli infernali livelli segreti (accessibili raccogliendo le lettere KONG in ogni livello di un mondo), i contenuti speciali (sbloccabili raccogliendo pezzi di puzzle nascosti ad arte), e, ovviamente, il sogno di vedere un bel “100%” campeggiare fiero nello schermo di selezione del file (solo per scoprire, in seguito, che la percentuale più alta ottenibile è 200% grazie alle varie modalità in cui si possono affrontare i livelli).

Se proprio non riuscite a capire come prendere quell’oggetto nascosto in quel dato livello, poi, c’è anche la possibilità di spendere qualche Moneta Banana per avere al proprio fianco Pagal ("Sqwaks" in lingua originale), il celebre amico pappagallo, che gracchierà ogni volta che siete vicini a un segreto. E se proprio non riuscite a battere un boss, potete comprare la Pozione Banana, che regala alla coppia di scimmie, per la durata di un solo livello, ben dieci punti vita (contro i due cuoricini di default). Insomma, ce n’è per tutti i gusti, “casual” o “hardcore” che siate, ma così com’è e come è stato pensato, il gioco risulta parecchio difficile e qualche volta anche frustrante. Ma la soddisfazione di portare a termine un certo livello o un certo obiettivo con le proprie forze cancella istantaneamente ogni ombra di frustrazione: ne vale veramente la pena!    

PRESENTAZIONE

 

Un ispirato livello al tramonto
Seppur si tratti di un platform in 2D, le ambientazioni sono dipinte su schermo in un glorioso 3D nitido, pulito e pieno zeppo di particolari scenografici. La cura per i dettagli è sempre maniacale, e questo riporta alla memoria quei DKC sviluppati da Rare che si distinguevano per la loro grafica sfarzosa e incredibilmente avanti coi tempi. Ogni livello ha la sua caratterizzazione, e lo stile raggiunge sempre picchi altissimi. Le animazioni sono fluide e ricche di humor; insomma, l’impianto grafico e lo stile sono da applausi.
Il comparto sonoro non è da meno. Il team di sviluppo è riuscito nell’impresa di dare nuovo lustro ai brani del passato della serie e a comporne di nuovi che vi si affiancano con naturalezza e baldanza. Fra tutti gli elementi estetici, è forse proprio la colonna sonora a tradire una connessione con la saga di Metroid; alcuni livelli, come quello dell’onda anomala di cui si parlava pocanzi, hanno un’impronta sonora molto simile alla trilogia dei Prime, ma sorprendentemente la cosa non stona affatto all’interno del quadro completo. Un lavoro impeccabile e la “firma sonora” di Retro Studios.                                 

TEMPO


Come già accennato, il gioco è composto da molti livelli ma può essere portato a termine in un numero ragionevole di ore (si tratta pur sempre di un gioco di piattaforme a scorrimento laterale). Se siete giocatori collezionisti e amate le sfide, invece, l’avventura sarà lunghissima e macinerete decine e decine di ore (e di vite) nella titanica impresa di collezionare fino all’ultimo pezzo di puzzle e lettera KONG. Una cosa è certa: dopo aver raggiunto quel fatidico 100% non vorrete più sentir parlare del gioco per un bel po’! Oppure chissà…potreste cimentarvi nelle sfide a tempo e puntare al 200%…

GIUDIZIO


Retro Studios accetta e vince la sfida di Nintendo, e non si lascia certo intimidire dal fantasma di Rare. Il risultato è un gioco di piattaforme bellissimo da vedere, allegro da sentire, divertentissimo da giocare e difficilissimo da spolpare. L’ennesimo capolavoro, imperdibile per gli amanti del genere. Sconsigliato ai pigroni e ai rinunciatari.  

- D. R.

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