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Nintendo La Rivista Ufficiale ha chiuso i battenti... Addio NRU!

Ebbene sì, è successo. La casa editrice Sprea ha abbassato la serranda sulla festosa bottega di NRU, la rivista più amata da ogni nintendaro. A quanto pare Nintendo è in trattativa con altre case editrici per continuare la pubblicazione di una rivista dedicata, ma dovremo dire addio al cast stellare che ci ha accompagnato per 11 lunghi (e brevissimi) anni.

Il trend dilaga a macchia d’olio in tutto il mondo. Sarà colpa dell’onnipresente crisi economica, oppure della sconvenienza di far uscire una rivista cartacea che riporta informazioni già “vecchie”. Vecchie per colpa di internet, questo luogo sinistro in cui tutto ciò che nasce viene divulgato e divorato immediatamente e gratuitamente, con conseguente castrazione di coloro che per pubblicare un articolo impiegano più di mezz’ora (figuriamoci un mese…). Lo abbiamo capito col senno di poi, ma i Maya l’avevano predetto: a dicembre 2012 è ufficialmente morta Nintendo Power, una vera istituzione che non ha certo bisogno di presentazioni. E ora tocca a NRU.

In qualità di lettore accanito sin dal primissimo numero, non potevo non spendere due parole per loro, i Magnifici Redattori, che mi hanno accompagnato con la loro rivista attraverso l’adolescenza e mi hanno insegnato tanto su come si scrive e come si “legge” di videogiochi.

il leggendario numero 1
Era il giugno 2002, i miei genitori mi avrebbero presto comprato un GameCube come premio per essere sopravvissuto senza troppi danni cerebrali ai tre traumatici anni di scuola media. Seguivo già “Official Nintendo Magazine”, diretta dal buon vecchio Raffaele “il Raffo” Sogni, e un giorno come tanti corsi in edicola per cercare il numero di giugno, che non arrivava mai: quello di maggio annunciava “grandi sorprese” per il mese a venire, quindi non stavo nella pelle. Al posto di ONM, ovviamente trovai NRU. Alla faccia della sorpresa! Ricordo di essere stato triste, ma non a lungo: per quanto ONM fosse bella e simpatica, questa nuova rivista era più bella, più simpatica, e anche più professionale, in un certo senso. Da ogni pagina colava amore Nintendo, e si parlava di una cosa che mi aveva sempre accompagnato nella mia infanzia da giocatore, ma a cui non ero mai riuscito a dare un nome: loro la chiamavano “Nintendo Difference”. 

NRU era bella, colorata, ricca di contenuti interessanti e soprattutto “non se la tirava”. Nulla a che vedere con l’approccio snob e freddo delle altre riviste del settore, che vanno in sollucchero solo per i giochi cosiddetti “adulti” o “hardcore”, e che riempiono le loro pagine grigie e seriose con dati di vendita, statistiche e brutture varie legate alla fantomatica “console war”.

Ricordo tutte le belle rubriche, da Wario Wagazine e la Clinica del Fungo al Crossing Guardian e Pokémon World, l’aspetto chiassoso ma in qualche modo elegante e raffinato della grafica, e soprattutto gli articoli e le recensioni (indimenticabile il numero dedicato a Metroid con la magnifica recensione di Metroid Prime, o lo speciale E3 2004 dedicato al DS e a Zelda Twilight Princess). Ricordo di aver scrutato con avidità ogni angolo, ogni didascalia, ogni immagine e ogni disegno (soprattutto le meravigliose opere d’arte inviate dalla lettrice Caterina Corsini, che abbiamo potuto seguire dai suoi esordi fino al professionismo).

Grazie a NRU ho conosciuto capolavori assoluti come Tales of Symphonia, Eternal Darkness, Resident Evil 4, Paper Mario e il Portale Millenario, e tanti altri giochi di classe che altrimenti mi sarebbero passati del tutto inosservati.
Grazie a NRU ho dato un senso e un colore vivace ai punti morti e grigi dei viaggi in treno, delle sale d’aspetto, e perché no, delle lunghe “sedute” (a buon intenditor…). Undici anni, quando cominciano che sei bambino, sono un periodo di tempo lunghissimo; anche nella remota ipotesi che la prossima rivista dovesse rivelarsi all’altezza, comunque non sarà NRU. Non sarà la mia NRU.

Avrei tante cose da dire, tanti ricordi da condividere, e potrei scrivere per ore. Adesso però preferisco ringraziare i ragazzi che la rivista l’hanno fatta. Grazie a Ugo (i tuoi articoli su Zelda hanno un posto speciale nei mei ricordi), a Zave, a Spino, ad Anna, a Elisa, al Babich, al Magiustra, al Zanna, e a tutti coloro che per undici anni hanno lavorato sodo per portare a casa mia 142 numeri della rivista più bella di sempre. Con voi sono cresciuto, maturato, e grazie a voi ho mantenuto la voglia di giocare e coltivato quella di scrivere. 

Un sentito Grazie di Cuore


- D. R.

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